GGentili amici di amici di Pazzoperilmare.it Sono rimasto stupito nel vedere e sentire alcuni dipendenti di una nota multinazionale del settore turismo minacciare ogni qual si voglia tipo di protesta circa l’eventuale trasferimento della loro sede di lavoro dall’Italia in un altro Stato europeo.
Sicuramente non è poca cosa vedersi spostare l’ufficio dall’oggi al domani in un altro luogo per giunta europeo , però considerando che in Italia abbiamo un costante e numeroso esercito di giovani disoccupati laureati e multi titolati, mi viene da riflettere.
Io giovane vicino ai 30, con un bimbo di pochi mesi dopo 6 anni di precariato ho deciso di lasciare la mia Italia, la mia terra natia per andare a lavorare in uno Stato Europeo, dove pur avendo tanti titoli accademici ed una discreta esperienza lavorativa maturata nei 6 anni di precariato dove ho fatto tutto quello che l’Italia di oggi offre ad un giovane senza santi in paradiso, ho accettato il lavoro che mi hanno offerto: l’inserviente.
Contratto duraturo, regolarità e precisione nel pagamento dello stipendio (che supera i 1000€), tanta assistenza gratuita per il mio piccolo figlio e possibilità di migliorarsi con i propri mezzi in futuro, questa è la mia isola felice non tanto lontana dall’Italia.
Se per molti potrà sembrare poca cosa perché ho accettato un lavoro differente dal mio percorso di studi io vi rispondo che sono contento di questa mia scelta.
La cosa che però, per così dire più “sconcerta” i giovani della mia generazione su questa vicenda, è il fatto che, come ci capita spesso di constatare magari ci fosse una multinazionale che dopo avermi assunto voglia trasferirmi in un altro Stato Europeo per lavorare onestamente! Che ben venga…senza proteste e senza se!
Ci sono già troppi giovani disoccupati nel nostro Paese, tali proteste andrebbero si fatte, ma senza alzare troppo la voce nel rispetto di chi un lavoro lo cerca o lavora da precario per anni.
Vi lascio i miei cari saluti direttamente dalla mia isola felice e continuo a seguirvi nel mio tempo libero.
Giovanni M.