Notizia che lascia ben sperare la tutela e il rispetto dell’ambiente marittimo, giunge dall’Italia, precisamente dallo stretto di Messina. La compagnia siciliana Caronte & Tourist guidata dall’armatore Lorenzo Matacena, ha annunciato di voler investire 200 milioni di euro, per realizzare 10 nuovi traghetti alimentati a gas naturale liquefatto nei prossimi dieci anni. Al momento non si conoscono ancora i dettagli relativi a queste prossime future nuove costruzioni come il cantiere che li dovrà realizzare.
Caronte & Tourist è stata la prima compagnia italiana a ordinare una nave duel-fuel dedicata ai collegamenti tra la Sicilia e le isole minori. Per l’armatore l’utilizzo del combustibile naturale liquefatto rappresenta il futuro dello shipping anche se in Italia siano molto carenti le normative in materia di bunkeraggio, mentre l’infrastruttura è addirittura inesistente.
Quale soluzione per un rapido e diffuso combustibile che si appresta a essere impiegato da molte prossime nuove navi?
In attesa che vengano progettate e poi realizzate delle infrastrutture nei vari porti del Mar Mediterraneo, una rapida soluzione la suggeriamo noi di pazzoperilmare.it, l’ispirazione giunge dall’ecologica Stoccolma (Svezia).
In quel di Stoccolma, dal 2013 il traghetto Viking Grace, antesignano di tutti quelli alimentati a LNG, lungo 218 metri, largo 31.8 metri con una stazza lorda di circa 57.000 tonnellate, in grado di accogliere al suo interno 2.800 passeggeri, oltre ad avere 1.275 metri lineari per ro-ro da carico e 1.000 metri lineari per automobili, viene rifornito in tutta sicurezza quotidianamente da circa 60 tonnellate di LNG. L’operazione di bunkeraggio viene effettuata con il supporto della piccola nave Seagas, appositamente realizzata per effettuare questo tipo di rifornimento. La piccola nave da rifornimento Seagas, unica nave del suo genere è classificata con le stesse regole previste per le metaniere oceaniche, rifornisce il grande traghetto, con circa 60 tonnellate di LNG quando la nave è ancorata ogni mattina nei pressi di Stadsgården, in pieno centro di Stoccolma (Svezia).
Se nel 2013 in molti erano scettici e perplessi, oggi dopo quasi 4 anni questa soluzione potrebbe fare scuola per tutti…ai posteri l’ardua sentenza.