A vedere tutte le navi da crociera ferme, spente, inerti, in rada, girovagare senza meta in mare viene da pensare: E io pago. 🙁
Questa celebre e popolare espressione deriva da un film di Totò (47 morto che parla), spesso usata nel linguaggio comune da chi afferma di sostenere interamente il costo di una certa situazione di cui altri usufruiscono.
In realtà per le navi da crociera nessuno può usufruirne, purtroppo in tempi di pandemia da coronavirus le navi ferme sono diventate un costo non trascurabile per gli armatori.
Sono circa 400 le navi da crociere nel mondo fermate, senza passeggeri che generano entrate, si calcola che costino agli armatori nel complesso circa 1 miliardo di dollari. La stima, se pur approssimativa, tiene conto che alcune di esse sono armate, con un equipaggio di coperta, macchina ed hotel pronto a navigare subito se possibile cui si aggiungono i costi fissi di stazionamento in porto (tasse, smaltimento rifiuti, carburante alimentazione, cibo etc).
Il colosso americano Carnival Corporation ha recentemente stimato che tale scenario ipotizzato in precedenza, costi tra i 2 e 3 milioni di dollari al mese per nave. Considerando che la corporation include 9 marchi e qualcosa come circa un centinaio di navi, il conto è servito.
Costi che sono quasi identici anche per gli altri operatori, quelli che dispongono di flotte più modeste i quali potrebbero non ripartire se lo stop imposto per evitare la diffusione del coronavirus durerà mesi e mesi. 😡
Ad oggi è impossibile fare previsioni su quando, come e dove rientreranno in servizio le navi da crociera…
Sono diversi, vari ed imprevedibili gli scenari ipotizzati dagli analisti, potrebbero tornare in servizio nel terzo trimestre del 2020, durante l’autunno, in inverno con costi di stazionamento fissi ogni mese da sostenere (E io pago). 😳
Uno scenario difficile, costoso che potrebbe mandare in crisi qualche compagnia o costringere a rivedere il programma degli investimenti futuri (ordini nuove navi). 😯