di Massimo Minella da Repubblica di Genova
Certo, oggi le regine dei mari, le grandi navi di crociera come quelle della flotta Costa, sono hotel a cinque stelle che si muovono placide sull’acqua con il solo intento di rendere il più piacevole possibile un periodo prestabilito di vacanza.
Così va il mondo, così si muove il business del turismo con i suoi protagonisti. Ma il mare, quello, non è poi cambiato così tanto in questi ultimi sessant’anni. E scoprirlo a bordo di una nave è sempre un’emozione. A raccontarlo, meglio di tante parole, sono appunto le immagini che da lunedì saranno in mostra a Geno Un misto di suggestione e di sorpresa che ben racconta la storia di un Paese come l’Italia, circondata da ottomila chilometri di coste, ma spesso poco propensa a valorizzare la sua risorsa naturale più profonda, il mare. In fondo, anche queste fotografie, le prime rigorosamente in bianco e nero, le ultime piene dei colori che più si addicono ai giganti moderni del mare, ci raccontano l’Italia da un’angolazione per certi aspetti inedita, o non del tutto conosciuta. La compagnia genovese, che ha fatto navigare decine di milioni di persone, si celebra così senza enfasi barocche, mostrandoci i primi italiani a bordo di quelle navi che pescavano i loro nomi dentro alla famiglia Costa. Profili affusolati degli scafi, legni scuri, abiti eleganti. La crociera è all’inizio una “cosa da ricchi”, un’oasi riservata a un’elite borghese in cerca di nuove emozioni per cancellare il ricordo odioso di una guerra ed esaltare la voglia di ricostruire un Paese. Ma è un mito che, per fortuna di chi coltiva il business, non regge all’avanzata del turismo di massa. La crociera si impone così come prodotto concorrenziale, anche nei costi, le navi si allargano e si alzano, le sagome diventano grandi parallelepipedi galleggianti.
E in parallelo cambia la geografia del potere armatoriale. Anche una famiglia come la Costa è costretta a cedere la proprietà ai nuovi signori del business, i colossi internazionali che si confrontano in tutti i mari del mondo e guardano con comprensibile interesse alle opportunità del Mediterraneo. Il capitale passa alla statunitense Carnival Corporation, numero uno al mondo, ma Costa resta una società genovese, che dà lavoro in Italia a migliaia di dipendenti e fa costruire sempre in Italia le sue ammiraglie. E questo è ciò che più conta.
(27 marzo 2008)