Ecco che vi riporto l’articolo del quotidiano “Il Giornale” dove Pierfrancesco Vago ha rilasciato una breve intervista. Per secoli il porto della Svizzera è stato Genova. Ricordarlo rende meno insolito che la Mediterranean Shipping Cruises (Msc) abbia la sede centrale a Ginevra. Ma sarà a Napoli, dove la Msc ha i principali uffici italiani, che il 18 dicembre la compagnia fondata dal sorrentino Gianluigi Aponte – sposato a una cittadina svizzera conosciuta mentre era imbarcato sui traghetti per Capri e Ischia – varerà la «Fantasia». Con tremila invitati che giungeranno da tutto il mondo, ci sarà Sophia Loren, tradizionale madrina delle navi della Msc.«Fantasia» – cui seguiranno entro il 2010 le gemelle «Splendida» e «Magnifica» – con 333 metri di lunghezza per 38 di larghezza sarà la maggiore unità della Msc e la maggior nave passeggeri costruita per un armatore europeo.
Altri numeri 133.500 tonnellate, 4.000 passeggeri e oltre 1300 membri dell’equipaggio, più sistemi avanzatissimi per ridurre consumi energetici e inquinamento.Dirige l’area crociere della Msc Pierfrancesco Vago. Lo incontro in una Ginevra di fine estate, quando i giornali italiani titolano – come quelli di fine primavera – sull’agonia dell’Alitalia. Signor Vago, una compagnia aerea declina, una navale prospera.«L’Alitalia vive un momento difficile, noi uno favorevole. Ma ci accomuna l’italianità». Dunque?«Occorrono una compagnia aerea di bandiera e una compagnia italiana di crociere, che rilancino il turismo da e per l’Italia».
A proposito di rilanciare: voi avete dimostrato di saperlo fare.«Abbiamo imparato l’arte del rilancio quando abbiamo preso la Starlauro» La compagnia di Achille Lauro?«Sì, che aveva l”Angelina’ e l”Achille Lauro’, passate alle cronache». Anche in quella crisi di vent’anni fa ci sarà stato chi consigliava di tagliare l’occupazione.«Esattamente. Ma, invece di implodere con le nostre navette obsolete, abbiamo investito. E siamo ‘esplosi’.
Ora abbiamo la flotta più moderna al mondo». Il segreto?«Un piano industriale fatto con e per la nostra gente». Che circostanze v’hanno aiutato?«Avendo iniziato più tardi degli altri, abbiamo poi avuto la flotta più avanzata». E poi il prezzo del petrolio è salito.«Però le nostre navi, toccando 14 porti italiani, si sono sempre più avvicinate alla casa del passeggero». Prima della Msc, le crociere…«… Erano un duopolio americano». Quanto avete investito?«Cinque miliardi e mezzo di euro in nuove costruzioni». Risultato?«Sette navi di nuova generazione, alle quali se ne uniranno altre tre entro dodici mesi». Oltre alla tecnica, su che cosa avete puntato?«Su una nuova idea del turismo da crociera».
Continui.«La crociera classica suscitava ormai il commento: che noia!». Mi ricordo.«Così abbiamo reso la nave stessa destinazione della crociera». Gli alberghi non sono mai stati destinazione dei viaggi.«Infatti. E ormai costano sempre di più, dando sempre di meno». Le vostre navi, invece…«Assicurano un servizio a cinque stelle a costi interessanti (i ragazzi con genitori fino a 18 anni non pagano), tutto incluso, e offrono sia tranquillità, sia svago». Come fate a costar meno degli alberghi dando di più?«Sono le economie di scala a renderci competitivi».
Centro benessere e videogiochi per tutti. Ma non per tutti è lo Yacht Club. Uno yacht da 333 metri!«… Lo Yacht Club è l’area appartamenti, incluso il maggiordomo, se si vuole». In un albergo sarebbe impossibile.«E in più da noi ci si sveglia ogni volta in un paese diverso. Senza fare e disfare la valigia».
Altri numeri 133.500 tonnellate, 4.000 passeggeri e oltre 1300 membri dell’equipaggio, più sistemi avanzatissimi per ridurre consumi energetici e inquinamento.Dirige l’area crociere della Msc Pierfrancesco Vago. Lo incontro in una Ginevra di fine estate, quando i giornali italiani titolano – come quelli di fine primavera – sull’agonia dell’Alitalia. Signor Vago, una compagnia aerea declina, una navale prospera.«L’Alitalia vive un momento difficile, noi uno favorevole. Ma ci accomuna l’italianità». Dunque?«Occorrono una compagnia aerea di bandiera e una compagnia italiana di crociere, che rilancino il turismo da e per l’Italia».
A proposito di rilanciare: voi avete dimostrato di saperlo fare.«Abbiamo imparato l’arte del rilancio quando abbiamo preso la Starlauro» La compagnia di Achille Lauro?«Sì, che aveva l”Angelina’ e l”Achille Lauro’, passate alle cronache». Anche in quella crisi di vent’anni fa ci sarà stato chi consigliava di tagliare l’occupazione.«Esattamente. Ma, invece di implodere con le nostre navette obsolete, abbiamo investito. E siamo ‘esplosi’.
Ora abbiamo la flotta più moderna al mondo». Il segreto?«Un piano industriale fatto con e per la nostra gente». Che circostanze v’hanno aiutato?«Avendo iniziato più tardi degli altri, abbiamo poi avuto la flotta più avanzata». E poi il prezzo del petrolio è salito.«Però le nostre navi, toccando 14 porti italiani, si sono sempre più avvicinate alla casa del passeggero». Prima della Msc, le crociere…«… Erano un duopolio americano». Quanto avete investito?«Cinque miliardi e mezzo di euro in nuove costruzioni». Risultato?«Sette navi di nuova generazione, alle quali se ne uniranno altre tre entro dodici mesi». Oltre alla tecnica, su che cosa avete puntato?«Su una nuova idea del turismo da crociera».
Continui.«La crociera classica suscitava ormai il commento: che noia!». Mi ricordo.«Così abbiamo reso la nave stessa destinazione della crociera». Gli alberghi non sono mai stati destinazione dei viaggi.«Infatti. E ormai costano sempre di più, dando sempre di meno». Le vostre navi, invece…«Assicurano un servizio a cinque stelle a costi interessanti (i ragazzi con genitori fino a 18 anni non pagano), tutto incluso, e offrono sia tranquillità, sia svago». Come fate a costar meno degli alberghi dando di più?«Sono le economie di scala a renderci competitivi».
Centro benessere e videogiochi per tutti. Ma non per tutti è lo Yacht Club. Uno yacht da 333 metri!«… Lo Yacht Club è l’area appartamenti, incluso il maggiordomo, se si vuole». In un albergo sarebbe impossibile.«E in più da noi ci si sveglia ogni volta in un paese diverso. Senza fare e disfare la valigia».