Appena arrivati da Napoli in pullman nel porto di Bari gli occhi si ingrandirono perché non riuscivano a contenere l’immensa struttura che si presentava davanti ai nostri occhi: Costa Serena, ancorata al porto, ci aspettava. Impossibile da concepire come megastruttura reale, quella nave sarebbe stata la straordinaria macchina che ci avrebbe fatto attraversare mare e terre ma visti prima.
Gigante, enorme fino all’imbarazzo di quanto piccoli potessimo apparire ai “suoi piedi”. Sembrava un modellino appoggiato sull’acqua che cresceva a dismisura più gli occhi si posavano su di esso. “Folle chi l’ha costruita” dissi, perché non si era risparmiato in nulla.
Dal basso cercavo di guardare al suo interno impenetrabile. L’imbarco fu per noi la “grande chiamata” del mare che voleva essere attraversato. Attendeva impaziente la Serena e noi più ansiosi di lei.
Spiazzante è il primo aggettivo che posso dire riguardo gli interni, ogni piccolo particolare diventava elemento di decoro.
Davvero c’era quella orchestra, quella musica che avevano alimentato le nostre fantasie dopo aver visto il Titanic al cinema. Le scale, i corridoi e le cabine; lo staff estremamente cortese e gentile, sempre accorto alle nostre esigenze.
Era davvero un sogno nel quale mi stavo abituando sempre di più.
Scesa la sera la prima cosa che facemmo fu andare al ponte superiore, quello più alto per ammirare la partenza, per dare un saluto alla terra ferma e finalmente sentire le onde del mare sotto di noi…Fu molto eccitante.
A quel punto, quella nave, nascondeva mille segreti che dovevano essere scoperti, mille sorprese pronte ad esplodere ai nostri occhi…
La cabina che fu per noi un angolino intimo in quell’immenso mondo di gente multietnica, si apparve molto accogliente e molto più di quello che speravamo. Il ristorante, la piscina, i bar, il casinò e i tantissimi altri luoghi di incontro erano affascinanti, curati in ogni particolare.
L’enorme teatro, luogo di spettacoli, eventi, rappresentazioni rallegrò le nostre serate.
Un moderno paese dei balocchi direi, ad ogni ora cibo ottimo, pizza a mezzanotte, gelato sempre pronto, e sempre estasiati da una cascata di cioccolato che ricopriva qualsiasi cosa.
Ricordo ogni avvenimento con immensa gioia perché particolari di un viaggio indimenticabile. I luoghi visitati furono Corfù e Malta (Bari fu la città di partenza e Napoli quella dello sbarco).
L’immagine di Corfù fu danneggiata da un’atmosfera tetra per via del tempo grigio e da un acquazzone che ci sorprese improvvisamente. Malta è ricordata come la città gialla perché il sole, quel giorno, fu presente dall’arrivo all’imbarco.
Fu bello visitare Malta a piedi e scoprirne ogni piccolo angolo. La nave, sia di giorno che di notte, fu un teatro di incontri, cortesie, libero svago ed emozionanti momenti indimenticabili.
Lo sbarco fu tremendo perché fu come sentire la sveglia che suonava, la fine di un sogno. Arrivati quella mattina nello splendido porto della nostra città Napoli tutto era finito ma nel nostro cuore nulla era terminato!
Grazie Costa per questi ricordi indelebili.