La "Rena" rischia di spezzarsi, è già disastro ambientale

La ‘Rena‘, nave portacontainer di 236 metri che lo scorso 5 ottobre si è incagliata nella barriera corallina al largo della costa neozelandese rischia di spezzarsi con la comparsa di grosse fratture nello scafo.
Dai serbatoi sono fuoriuscite almeno 300 tonnellate di petrolio che hanno già contaminato le spiagge, e circa 70 container sono caduti in mare.

Un’onda nera ha già cominciato a provocare danni alla fauna presente nella zona. Il greggio ha investito le spiagge della Baia di Plenty, luogo fino ad ora incontaminato utilizzato come riparo di balene, delfini e uccelli marini, molti dei quali stanno morendo.

Se la nave dovesse spezzarsi, si teme la fuoriuscita di almeno 1700 tonnellate di greggio che aggraverebbero una situazione già di per sé drammatica.

È la peggiore catastrofe marittima della storia del Paese“, ha dichiarato qualche giorno fa il ministro all’Ambiente neozelandese, Nick Smith.

 Intanto il comandante della Rena, è stato arrestato ed è comparso davanti a un tribunale di Tauranga, il porto a cui la nave era diretta. Il filippino di 44 anni è stato incriminato secondo la legge marittima, che copre attività pericolosa che coinvolga navi o altri prodotti marittimi.

E’ stato rinviato a giudizio e liberato su cauzione, e rischia fino a 12 mesi di carcere e una multa pari a 5700 euro.

La metà di prua della nave lunga 236 metri è fermamente incastrata nei banchi corallini, la poppa è sommersa a più di 90 metri di profondità e lo scafo è inclinato di 18 gradi.

Onde fino a 5 metri e forte vento hanno flagellato la nave per due giorni, facendo cadere in mare molti dei container. Centinaia di militari e di volontari sono impegnati nelle operazioni di pulizia sulle spiagge, raggiunte dalle dense bolle nere.