Sempre improvvisandosi progettisti navali, gli avvocati americani denunceranno non solo l’errata progettazione della Concordia, ma anche delle altre navi del gruppo Carnival e in caso di accoglimento da parte del tribunale americano, la compagnia crocieristica rischia che le sue navi vengano dichiarate non sicure.Gli avvocati terranno oggi una conferenza a Roma, e all’incontro parteciperà anche Stefanie Schaefer, una 24enne tedesca che, dicono gli avvocati, lavorava sulla Concordia come ‘make up artist‘: “la notte del naufragio, dopo aver aiutato i passeggeri a salire sulle scialuppe, fu costretta a lanciarsi in acqua. Avendo ricevuto un’offerta di risarcimento irrisoria”, la donna si è rivolta allo studio legale per “ottenere un risarcimento adeguato e rivelare le condizioni di lavoro a bordo della nave”.Accanto agli avvocati americani, ci saranno anche i legali italiani Pietro Ilardi e Francesco Compagna, che difendono alcune delle vittime del naufragio e che hanno aderito alla proposta dello studio Eaves per creare una sorta di alleanza “per rappresentare con maggior forza gli interessi dei propri clienti nei confronti della Carnival Corporation”.Questo nuovo capitolo non è certo chiuso, seguiremo l’evolversi della situazione, magari ci auguriamo che alla conferenza stampa non siano presenti solo avvocati, ma anche dei veri progettisti navali.
Si è aperto un nuovo capitolo sul caso “Costa Concordia“. Lo studio legale americano John Artur Eavens presenterà una denuncia alle autorità americane nei confronti della Carnival – la società che controlla la Costa Crociere – e dei suoi architetti e progettisti navali perché, “secondo” gli avvocati (che adesso si sono improvvisati progettisti navali), ci sarebbero errori di progettazione nella Concordia che avrebbero fatto risultare instabile la nave nel caso di falle al di sotto della linea di galleggiamento, come è poi avvenuto dopo l’urto con lo scoglio all’isola del Giglio lo scorso 13 gennaio.