Da recenti ispezioni subacquee è ormai chiaro che la Costa Concordia comincia a cedere per la progressione della corrosione dello scafo, il che porta ad abbassamenti dello scafo sul fondale.
Le ispezioni subacquee non avrebbero invece rilevato fenomeni di inquinamento, nè delle acque nè rispetto a fauna e flora marina.
Secondo alcune ipotesi, è come se lo scafo, progettato per altre funzioni, ovviamente privo di manutenzione, e sottoposto a stress «meteomarini» e degrado da 18 mesi, stia cedendo sotto il pe
so della nave stessa. Dalle osservazioni subacquee anche le rocce entrate nello scafo starebbero contribuendo ad accentuare i fenomeni di corrosione della Concordia, con un indebolimento della struttura.
Ma, per ora tutto questo non preoccupa il consorzio Titan Micoperi:
«Non vi è evidenza di un processo di corrosione tale da compromettere la robustezza del relitto. L’effetto delle onde marine che si sono infrante sul relitto dal giorno dell’incidente ne hanno tuttavia determinato una deformazione che rimane comunque entro limiti che non destano preoccupazione.
I sistemi di ritenuta posizionati nel novembre del 2012 hanno stabilizzato il relitto. È ovvio che il passare del tempo e l’azione degli agenti atmosferici non possono che contribuire al deterioramento delle condizioni complessive del relitto, motivo per cui la rapidità dei tempi di rimozione resta una priorità, unitamente alla tutela dell’ecosistema marino e alla sicurezza delle operazioni».