Riduzione traffico crocieristico del 27% e una perdita stimata di 60 milioni di euro. Questi sono gli inquietanti dati 2015 del porto di Venezia rilasciati dal Clia (Cruise Lines International Association), la più grande associazione mondiale del settore delle crociere.
“La nostra industria si basa su una pianificazione a lungo termine – ha dichiarato Pierfrancesco Vago, presidente di Clia Europe – l’incertezza è un elemento di grande penalizzazione. In assenza di un’alternativa definita, le compagnie non potranno includere la tappa di Venezia nelle loro rotte, trasferendo l’offerta e i traffici su altre aree geografiche”.
Dati stimati dalla conseguenza delle recenti restrizioni imposte all’autorità portuale di Venezia. Per Clia la riduzione avrà ricadute significative in termini occupazionali ed economici per l’intera regione, nonché per il traffico turistico nel Mar Adriatico.
“Venezia e il Terminal di Marittima – dichiata Howard Frank, presidente di Clia Global – rappresentano un valore indiscutibile per l’intera industria crocieristica. Per questo è importante agire con urgenza, ed è quanto confidiamo saranno in grado di fare i soggetti istituzionalmente previsti ad individuare un’alternativa all’attuale rotta per le navi da crociera, combinando la salvaguardia e la sostenibilità delle attività portuali con il pieno rispetto del patrimonio artistico e ambientale”.
Nel dettaglio: Secondo le stime, l’impatto economico dovrebbe registrare un calo superiore ai 60 milioni di euro, tenendo conto sia del contributo diretto delle compagnie che di quello indiretto rappresentato dalle spese generate dai turisti. Inoltre, nel 2013 il comparto ha garantito un sostegno occupazionale a Venezia pari a circa 9.970 persone complessivamente impiegate, sia direttamente che indirettamente. Per effetto delle limitazioni intervenute, questo livello occupazionale non sarà più sostenibile in futuro di fronte a un calo del 27% del traffico.