Dopo quasi cinque mesi si è conclusa a Civitavecchia la campagna “Il Sistema Paese in Movimento” del 30° Gruppo Navale della Marina militare italiana: la portaerei Cavour, la rifornitrice Etna, la fregata Bergamini e il pattugliatore Borsini, sotto il comando dell’ammiraglio di divisione Paolo Treu, erano partite dal porto laziale il 13 novembre alla volta del Canale di Suez, del Golfo Arabico e gli Oceani Indiano e Atlantico, compiendo il periplo del continente africano.
Nave Borsini il 30 gennaio si è distaccata dal Gruppo Navale a seguito di un accordo tecnico di cooperazione con la Marina Militare del Mozambico.
La campagna navale è stata «un simbolo di un Paese che vuole ripartire, di una nazione che non accetta di essere vista con il cappello in mano, in ginocchio, tremante davanti alle difficoltà. È stata il simbolo di una nazione il cui popolo è fiero delle sue tradizioni e della sua storia, consapevole del proprio potenziale, orgoglioso di essere italiano. Questo simbolo siete riusciti a incarnarlo in maniera perfetta». Lo ha detto il capo di stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi, rivolgendosi agli equipaggi delle navi.
Durante i quasi 5 mesi di campagna navale, fermandosi in 20 differenti nazioni, il 30° gruppo Navale ha svolto attività di addestramento, sicurezza marittima, antipirateria, cooperazione, sostegno alle Marine dei Paesi visitati, supporto alla politica estera nazionale, assistenza umanitaria (con l’associazione no profit Operation Smile, la Onlus Fondazione Francesca RAVA e il supporto delle Infermiere Volontarie e il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana) e di promozione delle eccellenze imprenditoriali italiane.
La missione del 30° Gruppo Navale è stata un «progetto integrato di presenza, cooperazione, promozione, sviluppo, sorveglianza e addestramento che non è usuale e credo che non abbia precedenti nel nostro Paese». Queste le parole del capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, che sottolinea «l’importanza della cooperazione interministeriale e inter-agenzia che presuppone la Difesa come un sistema realmente aperto e inclusivo di ogni esigenza e opportunità per la crescita del sistema Paese».
Un’operazione dall’alto valore simbolico, ma anche «concreta, con le attività legate all’addestramento, alla sicurezza, alla promozione del meglio che l’Italia fa nei settori legati all’alta tecnologia, connessi alla creatività e all’ingegno italiani. Milleduecento italiani – ha proseguito il Vertice della Marina – hanno navigato per il Golfo Persico e l’Oceano Indiano, intorno all’Africa, con risultati concreti di efficienza e di efficacia e portando un messaggio che rappresenta tutta l’Italia.
Il messaggio è, da un lato, quello che arriva dall’eccellenza del Paese nel campo dell’innovazione tecnologica e dell’industria, specie quella del settore, caratterizzata da altissime capacità e genialità. Dall’altro lato, c’è la sfera umanitaria, che è la parte fondante dei nostri valori: il fatto di essere vicini agli altri è un messaggio di sicurezza che il gruppo navale ha mandato in giro per il mondo».