Smantellamento Costa Concordia. Perché spendere 200 milioni di dollari chiesti da Civitavecchia quando in Turchia ne bastano 40? e già, questo è il succo del discorso di Gabrielli, capo della protezione civile durante l’audizione alla Commissione Ambiente della Camera.
“Allo stato c’è una soluzione italiana e una turca”, dice Gabrielli, la Turchia ha presentato l’offerta più conveniente: “40 milioni di dollari”.
Dei 30 porti sondati dalla società londinese che ha selezionato anche i consorzi per il raddrizzamento della nave della Costa, 13 hanno presentato offerte, di questi, tre sono italiani (Palermo si è ritirata) Piombino, Civitavecchia e Genova. Tra quelli esterni ci sono la Turchia, la Gran Bretagna e la Norvegia. Quest’ultima si è presentata con l’offerta più bassa di tutte, ma purtroppo non sostenibile per la lunga distanza.
Le possibili soluzioni: Civitavecchia è una soluzione assolutamente fuori mercato perché il costo complessivo sarebbe di 200 milioni di dollari contro i 40 milioni di dollari per la Turchia, e il doppio di Piombino e Genova; nel mezzo quindi ci sono queste due ultime soluzioni, tra le quali non c’è molta differenza in termini di costi.
“Il porto di Piombino non ha il bacino” sufficiente per accogliere le operazioni di smaltimento della Concordia, “e per quello che io so – ha aggiunto Gabrielli – l’armatore considera questa soluzione problematica, perché meno supportata sul fronte delle tempistiche di smantellamento e sotto il profilo della sicurezza delle operazioni”.
Facendo un confronto con l’altro porto italiano dove potrebbe essere trainata la nave, il capo della Protezione civile ha tuttavia ricordato che “dall’Isola del Giglio si raggiunge Piombino in una giornata di navigazione, mentre si arriva a Genova in 5 giorni”. In quest’ultima ipotesi, dunque, “l’unica vera criticità che dovrà essere valutata è il rischio del traino da moltiplicare per cinque”, considerando che “la nave andrebbe a Voltri per un primo smantellamento – ha concluso il prefetto – e poi a Genova per il definitivo”.
La soluzione turca presuppone l’utilizzo del vanguard, quella italiana del traino: “Noi – ha detto Gabrielli – ci aspettiamo non solo l’indicazione di una soluzione ma una corposa documentazione che illustri i rischi e le problematiche legate a ciascuna delle due soluzioni”.
La possibile data della rimozione della nave: “A causa delle sollecitazioni cui sono sottoposte le strutture” del relitto della Concordia “la dilazione temporale viene vissuta non solo da me, ma anche dai tecnici, con grande apprensione”, quindi per la rimozione della nave dal Giglio “non stabiliamo delle date, ma faremo il prima possibile”, ha Gabrielli che ha ricordato “il mio mandato scade il 31 luglio”, fine della gestione commissariale.
La scelta del luogo di smaltimento quindi è ancora in alto mare, tante le proposte, anche se la maggioranza in ogni caso vorrebbe che tutta la fase dello smantellamento avvenga in Italia, così da creare posti di lavoro per un po di tempo.