L. Mana; Marina Militare

L’Andrea Doria nel mar dei Pirati

Dallo scorso 6 agosto la nave della marina militare Andrea Doria è al comando dell’operazione atalanta. L’Italia per la terza volta assume il comando della missione diplomatico-militare dell’Unione Europea per prevenire e reprimere gli atti di pirateria marittima lungo le coste degli Stati del Corno d’Africa.

L’Operazione Atalanta ha avuto inizio nel 2008 e ha lo scopo di proteggere le navi mercantili che transitano tra il Mar Rosso, il Golfo di Aden e l’oceano Indiano e svolgere inoltre attività di scorta alle navi mercantili del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP), incaricate di consegnare aiuti alimentari in Somalia.

L’ammiraglio Rando ha preso il comando della Task Force 465, composta dal cacciatorpediniere Andrea Doria, sede di comando, una fregata olandese, una spagnola e da una rifornitrice di squadra tedesca; l’ammiraglio si avvarrà di uno staff internazionale formato da 34 ufficiali e sottufficiali appartenenti a 12 differenti nazioni (Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Olanda, Portogallo, Romania, Serbia e Spagna).

A bordo della nave Andrea Doria c’è un equipaggio di 208 tra uomini e donne tra cui i team specialistici della Brigata Marina San Marco, del Gruppo Operativo Subacquei e della Sezione Elicotteri.

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Proprio nei giorni scorsi la nave Andrea Doria è stata protagonista di un operazione di soccorso ad un imbarcazione a vela francese mentre pattugliava le acque del Golfo di Aden.
Il mayday lanciato dalla barca in difficoltà, veniva ricevuto dal Maritime Patrol Air Tedesco Jester, appartenente alla Task Force 465 – Atalanta, in attività di pattugliamento nel golfo, che provvedeva a rilanciarlo al comandante della task force.

Nave Doria, al comando del capitano di vascello Gianfranco Annunziata, essendo più vicina alla posizione in cui si trovava la barca a vela, veniva designata per l’intervento. Immediatamente l’elicottero della nave italiana si alzava in volo per raccogliere informazioni sull’effettiva pericolosità della situazione.

Una volta accertato che l’equipaggio dell’imbarcazione, una coppia di nazionalità francese, era in buono stato di salute e che la barca non aveva problemi di galleggiabilità, un team di personale tecnico di bordo è intervenuto per verificare la natura dei problemi al motore e tentare di ripararlo.

L’efficacia dell’intervento del personale del cacciatorpediniere italiano, durato alcune ore,  ha permesso all’imbarcazione francese di riprendere a navigare non prima però di aver ricevuto alcune raccomandazioni, come quella di seguire rotte costiere e il più possibile distanti dalle aree a maggior rischio di pirateria.

Terminato l’intervento, la nave Doria riprendeva la sua attività di pattugliamento.