Tornano le recensioni cinematografiche e letterarie di Stefano Mosca… Ecco le prime considerazioni su the Last Ship!
Nella precedente recensione ne ho parlato bene in termini di produzione, effetti speciali e anche la trama che, seppur rimarca un tema già visto, sembra volersene distaccare mettendo in gioco mistero intorno ai personaggi e alla trama stessa.
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Il comandante Tom Chandler organizza un’imboscata ai russi sfruttando proprio questi legami. Sul gommone diretto verso la nave russa non saranno la biologa e il suo secondo, come prevedeva il piano segreto, ma i tenenti Kara Foster e Danny Green. Ne nasce uno scontro in mare aperto. I Russi vengono solo indeboliti mentre gli americani dovranno cambiare rotta.
Lungo il tragitto, sulla Nathan James, si verificano degli incendi che mettono fuori uso i motori. Verrà spinta verso l’isola più vicina da tre paracaduti utilizzati a mo’ di vele. Durante il viaggio, durato più del necessario, l’intero equipaggio resta senza acqua e cibo e rischia di morire di sete, ma l’isola tanto desiderata appare dinanzi ai loro occhi. Essa sarà meta di acqua, cibo e relax per tutti.
Considerazioni
Gli episodi 3 e 4 confermano un po’ di cose. L’azione sempre attiva che ci evita, fortunatamente, momenti noiosi. Gli effetti questa volta sono stati più limitati ma comunque ciò non grava su quello che abbiamo visto fino a oggi. Mi piace la storia tra il Tenente Kara Foster e il Tenente Danny Green, anche se mi piacerebbe vederli interagire di più, che ci fosse più storia. Evidentemente i produttori amano poco i sentimentalismi o semplicemente siamo ancora agli inizi. I due tenenti hanno una storia in corso che viene, inspiegabilmente, interrotta dopo la spedizione contro i russi in cui i due sono coinvolti.
Un personaggio che mi piace molto è il Tenente Alisha Granders che, nel quarto episodio, ci fa sentire anche le sue doti canore.
Mi chiedo, a questo punto, cosa accadrà negli episodi successivi visto che i lmistero dei rapporti segreti di Slattey con i russi è stato rivelato e che la cura è stata fatta? Potrà mai ruotar tutto sugli scontri americani-russi? Io non vedo di buon occhio Tex Nolan, incontrato a Guantanamo. Troppo accondiscendente e troppo banale come personaggio qualora dovesse restare così. Teniamolo d’cchio!
Tutto sommato continua a piacermi questa serie in termini di attacco, di effetti, spero solo che si infittiscano, oltre ai misteri, anche le storie tra i personaggi.
Spoiler Alert! Le recensioni del quinto e sesto episodio possono contenere spoiler… clicca per leggerli
Tornati sulla nave, la dottoressa Scott inizia le sperimentazioni sulle scimmie ma tutte fallimentari. Questa notizia inizia a diffondersi tra l’equipaggio. Parte di esso è al termie del percorso militare ed è convinta di tornare a casa, ma alla fine decide di restare.
Considerazioni
Molto sottotono queste due puntate. Quasi come non aver visto nulla di che. Mi trovo nella situazione di dover decidere se abbandonare o proseguire perché mi aspetto sempre o il crollo totale o il decollo definitivo e con gli ultimi due episodi l’ago della bilancia non si è spostato né verso l’uno né verso l’altro. Dialoghi, come suggeriva già un utente, abbastanza banali e azioni piuttosto prevedibili. Come se tutta l’azione fosse stata spesa per il primo episodio e che sia finita li. Certo è che essendo solo 12 episodi continuerò a vederla ma di certo mi avvalgo del diritto di sottolineare soprattutto le criticità. C’era una storia d’amore, o così sembrava di aver capito, dissoltasi nel nulla e poi nutrita. C’erano in ballo misteri attorno ai personaggi, anche quelli oscuratisi. Poi c’è un equipaggio così fornito e non c’è nessuna storia, oltre al virus, che possa essere alimentata?
Poi arriva lui, El Toro che sembrava volesse far fuori il capitano (ecco quello sarebbe stato un colpo di scena, ma poi la serie sarebbe finita li) che prima lancia minacce terribili ma poi alle parole non seguono azioni, uno docile che si veste da pericoloso spacciatore di droga. Infatti risulterà abbastanza facile per la squadra ammazzare tutti e liberare l’isola. Poca, pochissima roba, insomma!
Che dire, venerdì il terz’ultimo appuntamento. Che possa accadere l’impossibile!