LLa costante crescita del fenomeno crocieristico in tutto il mondo, ha portato le compagnie a sviluppare determinate caratteristiche per diversificarsi nel mercato, rivolgendosi a particolari target, non sempre ben definiti. Tra questi, spicca senza dubbio il turista d’elite, pronto a spendere maggiori somme di denaro pur di vivere un’esperienza unica e di ricevere un servizio super personalizzato.
Il primo comandamento della crocieristica luxury si riflette nella scelta delle destinazioni, inserite negli itinerari per la loro unicità, dove spesso le navi di grandi dimensioni non hanno la possibilità di ormeggiare. Il secondo comandamento, invece, fa proprio riferimento alle dimensioni della nave, tendenzialmente più piccole rispetto a quelle utilizzate per crociere standard. È utile ricordare, per una migliore comprensione del fenomeno, che spesso gli itinerari a bordo di navi di lusso prevedono una maggiore durata e un più elevato numero di scali.
Per quanto riguarda la provenienza della clientela, gli Europei costituiscono una sempre più ampia fetta di mercato, precedentemente occupata soprattutto da nordamericani, tipicamente fidelizzati alla crocieristica luxury.
Qualche dato su questa forma di turismo ci viene offerto dalla guida Berlitz, realizzata ogni anno dal 1985, che, escludendo le crociere fluviali, identifica ben 283 navi da crociera oceaniche. All’interno della guida, il totale delle navi viene distribuito a seconda del servizio da loro offerto, fra Standard, Premium e Luxury. Tante sono state le critiche, sui metodi di ripartizione delle navi, considerato che nella classificazione non si è tenuto conto degli itinerari proposti, della personalizzazione del servizio e soprattutto del costo della crociera.
Tralasciando questo aspetto, la guida mostra che la crocieristica luxury pesa l’8,8% sul totale, per numero di navi. Le navi interessate sarebbero 25, di cui 4 classificate come luxury/premium. Pesa, invece, il 2,2% sul totale dei posti letto disponibili: circa 10.157 su un totale di 459.981 offerti dall’intero comparto crocieristico, con una capacità media per nave di solo 406 posti letto. Dai dati riportati, è palese che l’età media delle navi sia più alta rispetto ai settori standard e premium, raggiungendo i 19 anni e 6 mesi.
È necessario segnalare, per comprendere al meglio le prospettive future del settore, che nel 2016, la flotta mondiale delle crociere di lusso, aumenterà di due nuove unità: una di proprietà della compagnia Regent Seven Seas e l’altra della Seabourn Cruises.
Nel territorio italiano, le crociere di lusso, trovano suolo fertile, considerata l’innumerevole presenza di scali minori che riescono a proporsi con successo in questo segmento di prodotto. Tra questi spiccano Sanremo, Lipari, Portofino, Amalfi e Sorrento. L’avere a disposizione navi con dimensioni più ristrette, permette alle compagnie di fascia alta, di operare anche con attracco in rada, aumentando così la possibilità di scalo in porti non accessibili per navi più grandi. Naturalmente il mar Tirreno, in particolare per la maggiore presenza di porti, è più frequentato rispetto a quello Adriatico, dove il settore luxury si rivolge maggiormente alla costa straniera. Anche a seguito del decreto “Salva Coste”, alcuni porti ospitano, attualmente, solo navi da crociera dalle dimensioni limitate: è il caso di Porto Cervo e Positano che nel 2013 hanno accolto gli scali di una sola nave della compagnia SeaDream.
Nei principali porti italiani, che nel 2013 hanno superato il milione di crocieristi movimentati, la percentuale di passeggeri da navi di lusso rimane comunque molto bassa rispetto al totale. Al primo posto, nella scala luxury, troviamo sicuramente Venezia, meta per eccellenza per l’unicità della destinazione, seguita dal porto laziale di Civitavecchia.
Non sempre però, le condizioni da garantire, per ospitare questo tipo di navi e la clientela a bordo, sono ottimali. In alcuni casi, le navi, sono accolte in porti commerciali che non garantiscono neanche i servizi standard necessari a ospitare un ristretto gruppo di passeggeri. In tutto il territorio italiano non sono state segnalate iniziative particolari per soddisfare le richieste delle compagnie di lusso, se non in alcuni piccoli casi, pronti a investire nel settore: l’Autorità Portuale di La Spezia con gli scali di Lerici e Porto Venere, Naxos Cruise Terminal e Siracusa. Anche Palermo, nonostante non abbia investito somme di denaro, ha deciso di riservare un molo per queste particolari navi, all’inizio della diga foranea.
In ogni caso, l’impressione complessiva, è quella di una scarsa attenzione al crocierismo luxury, settore essenziale della crocieristica internazionale. I dati presenti nell’articolo sono stati pubblicati da Risposte Turismo in occasione dell’Italian Cruise Day 2014, svoltosi il 24 ottobre a Napoli.