Moby Prince: Una storia da riscrivere

La nuova commissione d’inchiesta sulla tragedia del Moby Prince, ha iniziato il suo lavoro il 4 Novembre.  La commissione, composta da 21 senatori e presieduta da Silvio Lai è stata approvata all’unanimità il Luglio scorso e la sua composizione è stata completata a fine Ottobre. Dopo ben 24 anni, 21 senatori hanno il compito di riscrivere la storia del Moby Prince.

MobyPrince01La sera del 10 aprile 1991, presso il porto di Livorno, alle ore 22:03, il traghetto Moby Prince, mollò gli ormeggi alla volta della Sardegna, direzione  Olbia. A bordo era presente l’intero equipaggio, formato da 66 persone e 75 passeggeri. Il traghetto, durante l’uscita dal porto, colpì con la prua la petroliera Agip Abruzzo, squarciando una delle cisterne che conteneva centinaia di tonnellate di petrolio non ancora scaricate.

Parte del petrolio che fuoriuscì dalla cisterna della petroliera Agip Abruzzo si riversò in mare, parte invece investì in pieno la prua del traghetto. A causa delle scintille prodotte dallo sfregamento delle lamiere delle due navi al momento dell’impatto, il petrolio prese rapidamente fuoco, incendiando il traghetto.

Fu  l’inizio del disastro.

La nave cominciò a bruciare esternamente, ma l’incendio non si estese a tutta la struttura in quanto, il Moby Prince era provvisto di paratie tagliafuoco per impedire la propagazione delle fiamme.

Nel frattempo l’equipaggio, fece sistemare i passeggeri nel salone De Luxe, situato a prua nave in attesa dei soccorsi. Mai scelta fu più sbagliata. Le fiamme provenienti dalla parte anteriore, una volta raggiunto il salone, lo accerchiarono bruciando tutti gli arredi e le strutture circostanti. Il salone De Luxe si trovò proprio in mezzo all’incendio, quando l’equipaggio si rese conto, ormai fu troppo tardi far evacuare le persone imprigionate al suo interno. Gli esami tossicologici, rilevarono un altissimo contenuto di monossido di carbonio nel sangue delle vittime, segno che in molti sopravvissero per ore all’incendio e quindi di conseguenza non tutti morirono a causa delle fiamme.

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In quella sera maledetta 140 persone persero la vita, l’unico superstite fu il giovane mozzo napoletano Alessio Bertrand. Il naufragio del Moby Prince è in termini di vite umane, la più grossa tragedia della Marina mercantile Italiana.

A distanza di anni non si è fatta ancora chiarezza. L’unica certezza sono i 140 morti.

Varie sono state le ipotesi: una partita di calcio trasmessa alla Tv, la nebbia, i depistaggi. Tante supposizioni ma nessuna verità. Tutti assolti. Non ci sono colpevoli per quei 140 morti, inghiottiti da un rogo che nessuno è riuscito a domare.

Oggi, il difficile compito della ricostruzione della tragica notte del 10 Aprile 1991 è in mano al Parlamento che dovrà spingersi dove nessuno si è voluto o potuto spingere. Spetta a loro il delicato compito di riscrivere la storia della tragedia del Moby Prince.