Sono iniziate le operazioni di svuotamento del Norman Atlantic.
Il traghetto, che partì dalla Grecia diretto ad Ancona con 500 passeggeri a bordo, prese fuoco il 28 dicembre dello scorso anno, al largo delle coste dell’Albania. Le vittime accertate furono 11 e 18 i dispersi. Gli inquirenti puntano al ritrovamento dei corpi mancanti e ad accertare le responsabilità del naufragio.
La Norman Atlantic, che si trova ormeggiata nel porto di Bari, ha offerto uno spettacolo horror: al suo interno carcasse di camion, scheletri d’auto e valigie completamente arsi dal fuoco.
Le operazioni di svuotamento, sono iniziate dal ponte 5, il ponte più esterno, dove sono collocate le numerose carcasse d’auto che verranno mandate direttamente allo smaltimento.
L’operazione più delicata sarà quella che coinvolgerà i ponti 3 e 4, dove si pensa sia scoppiato l’incendio e dove si spera di trovare i cadaveri delle persone che ancora mancano all’appello. Sempre in quei ponti, gli inquirenti puntano a trovare le prove per accertare le dovute responsabilità.
Sul relitto è in corso un incidente probatorio chiesto dalla Procura di Bari per accertare le cause dell’incendio, la gestione delle fasi di salvataggio, ma soprattutto la funzionalità degli impianti di bordo.
A giugno venne effettuata l’apertura del portellone di poppa in cui vennero effettuati i primi sopralluoghi da parte dei periti nominati dal giudice e dalle parti, e in concomitanza vennero effettuati gli accertamenti sui computer di bordo e sulle due scatole nere.
Nell’indagine della procura, coordinata dai pm Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano, sono indagate 12 persone per i reati di cooperazione colposa in naufragio, omicidio plurimo e lesioni.