L’Isola del Giglio non dimentica. Si svolgerà domani la cerimonia per ricordare l’anniversario del naufragio della Costa Concordia ( > vedi tutti gli articoli sul naufragio). Alle ore 12 nella Chiesa dei Santi Lorenzo e Mamiliano, la stessa dove in quella tragica notte trovarono rifugio molti dei naufraghi, sarà celebrata una Santa Messa di suffragio. A seguire, alle ore 12.50, a Punta Gabbianara posa della corona di fiori in memoria delle vittime del naufragio.
Infine, alle 21.30 una processione con fiaccolata partirà dalla chiesa di Giglio Porto per arrivare al molo rosso dove, alle 21.45.7” (l’ora dell’impatto), il suono delle campane e delle sirene delle imbarcazioni nel porto accompagnerà una silenziosa preghiera per le vittime e la benedizione della lapide apposta in loro memoria.
Sono passati 4 anni, quattro lunghi anni da quella sera maledetta che cambiò la vita di numerose persone.
Il 13 Gennaio 2012 nei pressi dell’Isola del Giglio si verificò il più grande disastro della marineria tricolore a seguito di una disastrosa manovra voluta dal comandante Francesco Schettino. Un dramma che resterà nella storia, che ha visto il comandante della nave abbandonare la nave prima di molti passeggeri e che riporta un triste bollettino: 32 morti.
Quella maestosa nave che doveva concedere giorni rilassanti e piacevoli ha “regalato” invece una tragedia.
Una nave sfortunata la Costa Concordia, già dal suo varo si intuì che il suo destino sarebbe stato poco felice.
Durante il varo tecnico in cantiere a Sestri nel 2005, la classica bottiglia di spumante non andò in frantumi quando colpì lo scafo, evento che nell’ambito marinaro è considerato particolarmente sfortunato.
La sfortuna si presentò già nel 2008 quando la nave urtò con violenza contro un molo al porto di Palermo, riportando danni alla fiancata di dritta e al portellone di prua. Un altro incidente analogo si verificò nel 2010 nel porto di Savona, quando la nave urtò una gru.
Purtroppo nel 2012 la Costa Concordia è andata incontro al suo incidente più grave, quello che ha posto fine alla sua esistenza una volta per sempre.
Sfortunata si, ma non completamente. Dopo l’impatto con lo scoglio delle Scole che provocò uno squarcio di circa 70 metri, la nave imbarcò molta acqua e i motori andarono in blocco. Senza più controllo la nave iniziò ad allontanarsi, ma fortunatamente venne in soccorso il vento che la fece avvicinare alla costa dell’Isola del Giglio, facendola incagliare e successivamente inclinare su un fianco, per poi adagiarsi su degli scogli.
Rimase lì, fino al 16 Settembre 2013, giorno in cui dopo 19 ore di lavoro, venne raddrizzata. Ma non era ancora arrivato il momento di salutare l’Isola del Giglio. Il saluto definitivo arrivò il 23 Luglio 2014, giorno in cui la Concordia, aiutata da 6 rimorchiatori, si avviò verso Genova, porto che metterà fine alla sua esistenza con il completo smantellamento.
Proprio Genova, città che l’aveva vista andare via fresca di cantiere e luccicante, l’ha rivista rientrare ferita, sporca di fango e arrugginita. Il luogo dove è nata, sarà quello in cui andrà a morire. Ma le navi normalmente non tornano a morire a casa, la Costa Concordia invece è stata “forte” a differenza di molte altre navi naufragate.
Il primo step dello smantellamento è stato quello di “alleggerire” lo scafo, quindi via i mobili, gli arredi e i rivestimenti di quella che è stata la più grande nave da crociera in navigazione.
Il secondo step, dopo la demolizione di tutte le sovrastrutture, vedrà un altro trasferimento verso un bacino di carenaggio dove la nave verrà smantellata definitivamente. Attualmente la nave è galleggiante in banchina.
Vanno via le lamiere della Concordia, pezzo per pezzo ma i momenti e i ricordi restano. Ricordi e momenti che ha regalato questa maestosa nave, che si possono catalogare in due opzioni diverse. Ricordi brutti e ricordi belli.
I brutti, che difficilmente potranno essere rimossi dalla mente delle migliaia di persone che in quella tragica notte hanno vissuto quel dramma e che con tutte le loro forze hanno cercato la salvezza tramite una scialuppa di salvataggio, oppure calandosi lungo la biscaglina, mentre il loro comandante stava seduto su uno scoglio a guardare la scena. Ricordi che non potranno certo essere dimenticati anche dall’equipaggio -la forza operante della nave-, che in pochi istanti ha dovuto abbandonare la loro “casa” che li aveva ospitati per mesi e mesi di duro lavoro; e infine il ricordo più brutto, quello delle 32 persone che in quel viaggio sono andate incontro alla morte.
Ma rimarranno anche i belli. Momenti di spensieratezza e divertimento, un’alba e un tramonto regalati dalla nave in navigazione che difficilmente avremmo potuto vedere dalla finestra di casa nostra, passeggiate nei ponti esterni della nave e attimi di vero relax regalati dalla visione della scia della nave.
Pezzo per pezzo viene posta fine alla storia della Concordia ma una cosa è certa, i ricordi e la sua anima vivranno per sempre.