Mentre a Genova continua lo smantellamento della Costa Concordia e si pone fine alla sua triste storia, in Sardegna continuano ad arrivare segnali che in qualche modo “risvegliano” la triste vicenda. Il mare si sa, ha una grandissima capacità: “inghiotte” ciò che trova sul suo passaggio, ma dopo tempo ha anche la capacità di restituire. Non è detto che la restituzione avvenga subito, possono passare anche anni e anni. È proprio quello che è successo a un giubbotto di salvataggio della Costa Concordia che è stato trovato ieri nelle coste della Alghero – Bosa. Custodito per 4 lunghi anni dal mare, dopo un viaggio non indifferente è stato trovato per caso da un pescatore che lo ha visto incastrato tra gli scogli.
Un classico giubbotto di salvataggio arancione quindi destinato ai passeggeri, perfettamente integro con tutte le cinghie e i supporti di segnalazione ancora intatti. L’unico segnale che fa capire che è stato in balia delle onde per tanto tempo è il suo colore sbiadito e quella scritta inconfondibile stampata: “Costa Concordia”.
Questo non è stato il primo giubbotto di salvataggio che è arrivato fino alle coste sarde, prima di questo ne sono arrivati altri tre.
Il primo è stato ritrovato nel 2013 a quasi due anni del naufragio nei pressi dell’Isola della Maddalena appartenente alla cabina 6353.
Il secondo è stato ritrovato nel 2014 sulla costa occidentale sarda vicino a Oristano; salvagente appartenente alla cabina 6432.
Il terzo sempre nel 2014 nelle costa di Stintino e in questo caso il salvagente apparteneva alla cabina 6330.
Arrivano a intervalli di anni, come a voler dire “non dimenticate”. Sono dei simboli che racchiudono una triste vicenda difficile da dimenticare.
E l’unica cosa che si pensa e ci si chiede vedendo questi giubbotti è: avranno aiutato qualcuno a salvarsi quella maledetta notte?