Una crescita esponenziale che dal 1997 al 2015 ha visto i crocieristi passare da 300.000 a 1.582.483 unitá ed il fatturato da 3.552.957euro a 32.934.378euro con 69.969.667euro investiti e un cash flow di 82.646.062 euro. Questi numeri tracciano il perimetro entro cui ha operato Venezia Terminal Passeggeri, società che dal 1997 promuove e sviluppa l’attività passeggeri nel Porto di Venezia. I dati , insieme alla nuova stagione crocieristica, sono stati presentati oggi, giovedì 28 aprile 2016, agli organi di informazione nel corso di una conferenza stampa.
Le previsioni di traffico
” Le previsioni di traffico del 2016 stimano di movimentare per la stagione in corso 1.550.000 passeggeri per un totale di 529 approdi, 38 compagnie schedulate per complessive 70 unitá posizionate a fronte dei 1.582.483 unità e 521 approdi dell’anno passato- spiega Sandro Trevisanato, Presidente di Venezia Terminal Passeggeri-. Il Porto di Venezia registra, seppur con la ben nota situazione dei limiti di tonnellaggio, una sostanziale tenuta e conferma la sua leadership nel Mediterraneo. Un primato difeso tenacemente. Infatti si é dovuto procedere ad una riorganizzazione dell’attività’ potenziando sia le infrastrutture, con un aumento dei fabbricati terminalistici, che l’operatività delle banchine. E’stata infatti attuata una revisione delle procedure essendo aumentato, rispetto al periodo precedente alle limitazioni, il numero delle navi con una diminuzione dei passeggeri“.
L’anno scorso con il Terminal 123 si é completato il piano di riqualificazione dell’area di Marittima che da obsoleto porto commerciale si é trasformato in pochi anni in una stazione passeggeri all’Avanguardia. In particolare questo padiglione terminalistico, dopo lo spostamento del traffico traghetti al nuovo Terminal Autostrade del Mare di Fusina é diventata una ulteriore stazione.
Navi di qualità contro la quantità
“La situazione peró va risolta a livello governativo al più presto, – continua Trevisanato, perché vietando l’accesso alla maggior parte delle nuove navi, Venezia rischierebbe di ospitare quelle meno recenti e tecnologicamente meno avanzate con una progressiva marginalizzazione del terminal lagunare, baricentro dei traffici adriatici, generando ripercussioni sull’intera crocieristica italiana e su tutto l’indotto occupazionale ed economico ad essa collegato.
Se le normative non cambiano al più presto avremo un declino tanto rapido quanto vertiginosa é stata la crescita della crocieristica stessa, mettendo in crisi un comparto che in termini economici di spesa di passeggeri, equipaggi e navi vale oltre 450milioni di euro annui. Secondo l’ultimo rapporto del Clia l’economia di Venezia, ha già subito una perdita di 40 milioni di euro nel 2014 e nel 2015 in termini di spesa diretta proveniente da crocieristi, equipaggio e navi, attribuibile direttamente al limite delle 96 mila tonnellate.
Nel dettaglio, si sono persi 20,2 milioni di euro solo in relazione alla spesa diretta di passeggeri e membri dell’equipaggio, e 20,7 milioni di euro per la spesa diretta di navi da crociera. Il calo del traffico, insieme al calo delle spese dirette, causa anche difficoltà per le aziende locali coinvolte in attività collegate alla crocieristica. Nella sola area di Venezia sono oltre 200 le aziende economicamente legate alla crocieristica per un totale di 2.150 posti di lavoro (1.221 nel comune di Venezia) in 38 settori diversi.