Relitti. Abbandonati, inabissati, arenati.
Carcasse che per lo più ricordano tragedie marine, e con le loro lamiere che arrugginiscono a contatto con gli agenti atmosferici, non si può certo dire che abbiano un’utilità. Restano come istantanee del passato, al più adibite naturalmente a rifugi per animali e fauna ittica.
Ci sono però relitti che hanno una loro utilità, o meglio, relitti che pur restando tali, hanno assunto una nuova funzione.
Oggi vi parliamo di un particolarissimo caso e per farlo, vi portiamo a Moreton Island, precisamente a Tangalooma, un’ex stazione baleniera.
Moreton Island è una grande isola di sabbia – la terza più grande al mondo – situata sulla costa del sud-est del Queensland, in Australia; insieme a Fraser Island, costituisce la più grande struttura di sabbia del mondo.
Dichiarata parco nazionale, è lunga poco più di trenta chilometri e larga al massimo dieci, e pur essendo costituita solo da sabbia, offre un paesaggio variegato. Guardandola da lontano sembra quasi uno spicchio d’Africa, ricorda certi tratti di costa algerina dove le dune del Sahara incontrano il Mediterraneo. Poi la sorpresa della foresta pluviale, della vegetazione prepotente, con un’acqua dolce, pura e potabile -proprio grazie alla sabbia che funge da filtro perfetto-. E naturalmente le spiagge da sogno, ampie, solitarie.
La particolarità di Moreton Island e Tangalooma è il reef artificiale, realizzato proprio con 15 relitti di vecchie navi – piroscafi e vecchie chiatte – affondate volutamente con la dinamite nel 1963, a formare dei frangiflutti. Questa struttura fu creata quando un gruppo di proprietari di barche chiese la costruzione di un porto, per disporre di una zona di ancoraggio sicuro. La loro richiesta fu accolta e circa 15 “navi spazzatura” furono affondate in un banco di sabbia al largo dell’isola.
Questo progetto aveva inoltre il fine di creare un habitat ideale per le numerosissime specie di pesci presenti in queste acque e offrire un sito straordinario per immersioni e snorkeling.
Oggi è un’attrazione popolare di Moreton Island e prima escursione proposta dall’unico resort presente sull’isola, ricavato dalle rovine di una stazione baleniera rimasta in funzione dal 1952 al 1962.
I relitti non sono lontani dalla spiaggia e consentono immersioni da 2 a 10 metri, con la possibilità di avere davanti ai propri occhi un’incredibile varietà di pesci tropicali.
L’effetto di stupore, anche solo di fronte alle fotografie, è assicurato.
È giusto, dunque, cercare un riuso funzionale ai numerosissimi relitti sparsi nel mondo? Oppure affondare delle vecchie lamiere in mare utilizzando dinamite resta comunque una scelta inappropriata?
Recentemente sono stati effettuati dei lavori di stabilizzazione delle strutture.
“Alcuni dei relitti sono lì da oltre 50 anni e sono in un grave stato di degrado“, hanno detto gli uomini della Sicurezza Marittima del Queensland.
Nell’ambito di questa operazione le autorità hanno deciso di ridurre drasticamente l’altezza delle navi affondate a poco sopra la linea di galleggiamento, cambiando l’iconica silhouette dell’orizzonte e creando addirittura un po’ di malcontento.
Ma per quanto affascinante sia l’esplorazione dei relitti, resta necessario garantire le condizioni di sicurezza, tanto più in questo sito creato artificialmente. Allora guardiamo ancora una volta una vecchia immagine di Moreton Island prima degli interventi di stabilizzazione…
Utile o discutibile? Sicuramente Unico.