Questa è l’ultima puntata dello “Speciale relitti” e con l’occasione vogliamo farvi fare un piccolo gioco di immaginazione.
Da diverse settimane leggete storie incredibili, tragiche, curiose a proposito di navi inabissate o abbandonate in luoghi remoti… Fingiamo per un attimo che vi siate entusiasmati e che magari, per le prossime vacanze, vi sia venuta voglia di fare un’immersione esplorativa.
È vero, probabilmente non tutti abbiamo il brevetto da sub, ma restiamo sulle ali della fantasia!
Immaginiamo allora di immergerci nelle acque antistanti una località marittima, magari una di quelle ricche di storia. Stiamo osservando quali pesci popolano quel tratto di mare, la fauna, la flora, il tipo di fondale…
Ad un certo punto scorgiamo qualcosa di strano proprio sotto di noi, incastrato nella sabbia. Ci avvicianiamo nuotando, con un po’ di cautela e impazienza, e quando siamo molto vicini ci accorgiamo che quell’oggetto sembra essere… la testa di una statua!
Ha il volto perfettamente scolpito, i tratti belli e morbidi… ha una mezza luna sulla testa. Sembra proprio la Dea della Luna.
Spostando un po’ di sabbia e sassi, scopriamo in parte anche il busto della dea: è proprio una statua ben conservata. Come può essere qui?
Nel frattempo il nostro collega di immersione ci sta facendo dei cenni poco più in là, forse ha trovato qualcosa anche lui?
Con un balzo torniamo alla realtà.
Avete colto l’entusiasmo di trovarsi di fronte a qualcosa di inaspettato, bello e apparentemente molto antico?
Questa non era che una riproduzione romanzata di quanto è accaduto circa un mese fa a Ran Feinstein e Ofer Raanan, due sub israeliani che stavano facendo un’immersione nelle acque di fronte a Cesarea, poco a nord di Tel Aviv.
Quei primi dettagli che hanno notato sul fondale hanno poi rivelato l’intero relitto di un mercantile romano, affondato circa 1600 anni fa e mai ritrovato nonostante la ricchezza archeologica di quella zona.
Avvisata la Soprintendenza archeologica israelinana, il relitto e il suo tesoro sono stati portati alla luce e, dopo la catalogazione, è stato definito il maggior ritrovamento degli ultimi 30 anni.
Dalla stiva della nave sono emersi molti oggetti in bronzo in ottimo stato di conservazione: una lampada raffigurante l’immagine del Dio Sole, la statuina della dea Luna, una lampada a forma di testa di schiavo africano, oggetti scolpiti con effigi di animali. Inoltre frammenti di giare usate per contenere acqua destinata all’equipaggio della nave.
Una delle maggiori sorprese è stata la scoperta di due mucchi di monete del peso di circa 20kg, con sovrimpressa l’immagine dell’imperatore Costantino (312-324 d.C.) e di Licinio, suo avversario, che governò nella parte est dell’Impero prima di essere definitivamente sconfitto.
Secondo Jacob Sharvit, direttore del reparto archeologia marina dello Israel Antiquities Authority (Iaa), alcuni oggetti risalgono al quarto secolo, altri al primo e al secondo.
“Le statue di metallo sono reperti archeologici rari perchè nell’antichità erano sempre fusi e riciclati. Quando si trovano in genere avviene in mare. In questo caso le statue sono naufragate insieme alla nave e così si sono “salvate” dal processo di riciclaggio. La sabbia inoltre le ha protette e quindi sono in ottimo stato di conservazione: sembrano siano state gettate ieri e non 1600 anni fa”.
È straordinario ciò che può tornare alla luce dal passato.
In una situazione del tutto casuale è emerso un patrimonio archeologico, storico, artistico di inestimabile valore.
E così, il tema “relitti” resta con i puntini di sospensione… chissà quanti altri segreti nasconde il mare!
(fotografie © Ansa)