Il 23 dicembre scorso, un team di Palombari artificieri della Marina Militare è intervenuto nel porto di Napoli per rimuovere e distruggere una bomba d’areo, residuato della seconda guerra mondiale. L’intervento, richiesto dalla Prefettura di Napoli, è stato determinato dal rinvenimento, da parte di un sommozzatore impegnato in un lavoro portuale, di un presunto residuato bellico posto a pochi metri dalla testata del Molo Angioino, dove abitualmente attraccano le grandi navi da crociera. L’area è stata interdetta a tutte le attività marittime.
L’intervento dei Palombari del locale nucleo S.D.A.I. (Servizio Difesa Antimezzi Insidiosi) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina (COMSUBIN) ha permesso di rinvenire ed identificare una bomba d’aero statunitense da 250 libre, con all’interno circa 120 kg di tritolo.
L’intervento, iniziato alle prime luci dell’alba, ha visto dapprima la rimozione e neutralizzazione del pericoloso ordigno che poi è stato trasportato nella zona in cui sarebbe stato distrutto a circa 3 miglia al largo del porto di Napoli. Alle 10:18, verificata l’assenza di fauna marina nell’area, si proceduto al brillamento della bomba, la cui esplosione ha generato una colonna d’acqua di notevoli dimensioni.
Le sofisticate apparecchiature dell’Osservatorio Vesuviano, preventivamente informato, hanno registrato la detonazione. Quella della bonifica dei numerosi residuati bellici ancora pericolosi che annualmente vengono rinvenuti nelle acque nazionali o sul territorio è una attività che rientra nei compiti di istituto degli specialisti del COMSUBIN. Questo a testimonianza del continuo impegno della Marina Militare, con personale, mezzi e professionalità, a servizio della collettività oltre ai consueti compiti istituzionali per la Difesa delle coste e la Sicurezza degli interessi nazionali. Solo nel 2016 la Marina Militare ha assicurato la bonifica dei fondali, delle coste e dei porti italiani rimuovendo e distruggendo oltre 9.000 ordigni esplosivi.